lunedì 24 novembre 2008

INCIDENTE DI RAMSTEIN 1988 FRECCE TRICOLORI

L'incidente di Ramstein è uno tra i più gravi incidenti aerei verificatisi durante un'esibizione acrobatica.

Domenica 28 agosto 1988, durante l'Airshow Flugtag '88 nella base statunitense di Ramstein (Germania), l'esibizione acrobatica delle Frecce Tricolori, la pattuglia acrobatica italiana, si trasformò in tragedia. Durante l'esecuzione della figura detta del "Cardioide", gli Aermacchi MB-339 del Tenente Colonnello Ivo Nutarelli (Pony 10 della formazione), del Tenente Colonnello Mario Naldini (Pony 1) e del Capitano Giorgio Alessio (Pony 2) entrarono in collisione ad un'altezza di circa 40 metri dal suolo. Gli aerei numero 1 e 2 precipitarono in fiamme ai lati della pista. Il terzo aereo, sempre in fiamme, si abbatté sulla folla.

Oltre ai tre piloti, persero la vita 67 spettatori (51 il giorno dell'incidente e 16 nelle settimane successive, deceduti a causa delle ustioni riportate), per la maggior parte tedeschi: tra essi, molti bambini. I feriti, ricoverati in 46 ospedali, furono circa 1.000, di cui 347 gravi.

In seguito alla tragedia di Ramstein, furono riviste le misure di sicurezza nelle esibizioni aeree, allontanando il pubblico dall'area delle evoluzioni acrobatiche.

I resti delle frecce tricolori coinvolte si possono vedere presso il Museo dell'Aviazione di Rimini dove una lapide commemorativa ricorda i morti di questo tragico incidente.

L'incidente

La figura del cardioide disegna nel cielo un grande "cuore" proprio di fronte agli spettatori; il "cuore" viene poi "trafitto" dal passaggio del solista che vola dritto verso gli spettatori. L'incidente avvenne a causa dell'errore del solista, che eseguì la sua manovra troppo velocemente, troppo presto e a quota troppo bassa, colpendo gli aerei delle due formazioni che in quel momento stavano chiudendo la figura ad un'altezza di circa 40 metri.

Il solista, resosi conto di essere in anticipo, cercò di rallentare la picchiata estraendo il carrello d'atterraggio e l'aerofreno ventrale "sporcando" l'aerodinamica del velivolo e riducendone di fatto la velocità. Pony 10 (Ivo Nutarelli) non riuscì ad evitare l'impatto; dalla collisione il velivolo del Capitano Piergiorgio Alessio ne uscì disintegrato (in volo) mentre il 339 di Pony 1 ebbe tranciata la sezione di fusoliera che ospita i piani di coda; senza questi il velivolo senza alcun controllo picchiò schiantandosi sulla pista di Ramstein. Pony 10, dopo lo scontro, senza cabina si schiantò su un furgone oltre la display line rimbalzando in mezzo alla folla, dove in quel momento c'erano molte persone in fila; il carburante prese subito fuoco, scatenando un incendio molto violento.

I piloti sopravvissuti volarono in formazione nei pressi della base finché non fu ordinato loro di atterrare nella base aerea di Sembach.


































Le conseguenze


Le autorità diagnosticarono tra i sopravvissuti problemi dovuti allo stress post-traumatico accompagnato da tendenze al suicidio. Le vittime ottennero anche un risarcimento economico. Dopo il disastro, gli airshow furono proibiti in tutta la Germania Ovest; tale divieto fu revocato tre anni più tardi, previa introduzione di severe misure di sicurezza:

  • furono aumentate le distanze minime dagli spettatori e l'altezza in cui eseguire le acrobazie. Una foto di un precedente airshow del 1987 dimostra che non venivano sistemate barriere di sicurezza tra il pubblico e la pista; le regole esistenti prevedevano una distanza minima di 400 metri in base al tipo di velivolo;
  • furono vietate le figure eseguite sopra la folla;
  • tutte le manovre dovevano essere approvate dalla autorità.

A oggi, la base di Ramstein non ha più ospitato manifestazioni aeree.

Il nome Ramstein viene spesso riportato erroneamente come Rammstein. Questo ispirò il nome del gruppo tedesco di industrial metal Rammstein (già Rammstein-Flugschau, "esibizione aerea di Rammstein")

Ramstein e Ustica


Nel corso degli anni una ipotesi terribile è stata ventilata sulle cause della tragedia.

Nella sentenza-ordinanza del giudice Priore sulla strage di Ustica a pag. 4667 [1], parlando dei due ufficiali dell’AM, componenti della pattuglia delle Frecce Tricolori, colonnelli Mario Naldini e Ivo Nutarelli, si legge: "è emerso in più punti dell’inchiesta, i due ufficiali piloti, del gruppo intercettori, in servizio presso l’aeroporto di Grosseto, la sera del 27 giugno 80 fossero in volo su F104, fino a 10 minuti circa prima della scomparsa del DC9 Itavia – il loro atterraggio all’aeroporto di Grosseto è registrato alle 20.45 e 20.50 locali; che questo velivolo, insieme ad altro con ogni probabilità quello dell’allievo, avesse volato per lunga tratta di conserva al velivolo civile; che durante questo percorso e al momento dell’atterraggio avesse squoccato i codici di emergenza".

Secondo fonti giornalistiche [2] e [3] l'8 settembre 1988, il tenente colonnello Naldini, avrebbe dovuto rispondere alle domande del Giudice Priore sui fatti di Ustica.

In ogni caso il giudice si dice non convinto della connessione a causa della "sproporzione tra fini e mezzi, e cioè che si dovesse cagionare una catastrofe – con modalità peraltro incerte nel conseguimento dell’obiettivo, cioè l’eliminazione di quei due testimoni per impedirne rivelazioni".



La morte di Nutarelli e Naldini




Naldini e Nutarelli erano due dei piloti della P.A.N. (Pattuglia Acrobatica Nazionale), morti nel tragico incidente di Ramstein, del 28 agosto 1988. Fino a questa data sconosciuti al grande pubblico, in seguito alla tragedia, le circostanze e i particolari della loro scomparsa naturalmente alimentarono tutto un insieme di notizie da parte dei media. Tuttavia per diversi anni il loro nome non venne associato in nessun modo alla vicenda di Ustica.

Tutta una serie di avvenimenti porteranno, in seguito anni dopo, ad associare questi due piloti ai fatti di Ustica, ed anche a far ritenere ad una parte del pubblico che la loro morte sia da comprendere tra le cosidette "strane morti". Una delle tante leggende che circolano tra la gente attorno al caso Ustica � anche quella che i due piloti, prima di morire erano stati convocati dal Dottor Priore per essere interrogati su quanto "sapevano" della sera di Ustica. Questo � completamente falso i due piloti entrano nell'inchiesta di Ustica solamente molti anni dopo la loro morte.

Lo studio di tutto l'assieme dell'episodio, consente di avere la dimostrazione, come spiegato nella pagina Il TF104 di Naldini e Nutarelli, che non esiste la bench� minima prova che i due piloti nel 1980, avessero avuto qualche ruolo nella vicenda di Ustica, che di essa sapessero qualcosa di particolare e che per questo siano stati "tolti di mezzo". Tutto l'insieme di queste ipotesi, anche per la rilevanza che i media hanno contribuito a creare, veniva abbondantemente investigato e messo in particolare evidenza dagli inquirenti, tuttavia, quando sottoposto al vaglio processuale si rivelava invece solamente come una semplice supposizione, per quanto suggestiva.

All'incirca a partire dal 1988 , sul quotidiano toscano "La Nazione" , periodicamente venivano pubblicati tutta una serie di articoli che "rivelavano" come spiegato nella pagina Attivit� di Grosseto e Poggio Ballone , il coinvolgimento dell'Aeronautica nei fatti di Ustica. Per verificare queste "rivelazioni", gli inquirenti iniziarono una capillare, vastissima e approfondita indagine. Tuttavia fino al 1993, nonostante i media per le numerose indiscrezioni continuassero a dare all'argomento ampia diffusione, i nomi di Naldini e Nutarelli non vennero mai posti in connessione con Ustica. Questo collegamento avvenne poi, cinque anni dopo la loro morte, per le dichiarazioni di un certo Crociani Andrea, che indipendentemente da come viene descritto dal dottor Priore, per la mancanza assoluta di riscontri e per il fatto che viene smentito da tutti, non appare un testimone credibile.

Quello che segue � il testo integrale del capitolo che tratta del c.d. memoriale Naldini e di quanto dichiarava il Crociani. tratto dalla sentenza ordinanza Priore TITOLO 2 L�istruttoria dal 27 luglio 90 al 31 dicembre 97. a partire dalla pagina 749.

5.10. La morte di Nutarelli e Naldini e il cd. memoriale Naldini.

Anche la morte di Nutarelli e Naldini nel disastro di Ramstein � stata collocata nel lungo elenco delle morti sospette. Ustica � stata collegata a Ramstein, nel senso che Ramstein sarebbe la conseguenza di un�azione dolosa a danni dei predetti due piloti, posta in essere per eliminare due testimoni rilevantissimi per la ricostruzione della strage dell�80.

Sono state compiute molteplici attivit� istruttorie, come sono stati esaminati gli atti dell�inchiesta compiuta dai militari sul fatto, trasmessi dallo SMA, nell�intento di accertare eventuali collegamenti tra i due eventi. Nulla di positivo allo stato � emerso.

Ciononostante resta che Nutarelli e Naldini proprio per aver volato con ogni probabilit� quella sera in prossimit� della rotta del DC9 e per essersene discostati all�altezza di Grosseto verso cui ripiegavano in emergenza - quanto meno velivoli di quel gruppo che si era levato in volo tra le 19.30 e le 19.40 locali ed era rientrato tra le 20.30 e le 20.45, squoccando emergenza generale - di certo erano a conoscenza di pi� circostanze, relative alle ragioni per cui si erano avvicinati al DC9, a quelle per cui se ne erano allontanati, alle ragioni per cui era stata squoccata l�emergenza e di quale specie fosse tale emergenza.

Non solo: certo essi sapevano e potevano forse anche riferire un giorno la verit�; ma che essi sapessero, lo sapevano anche altri, tutti coloro cio� che erano in grado di leggere ed hanno letto i tabulati di Poggio Ballone. Oltre, ovviamente gli operatori di Poggio Ballone e quelli dell�aeroporto di Grosseto, in primo luogo della sua torre.

A questo fatto si collega la vicenda del cd. memoriale di Naldini, vicenda dai contorni inquietanti, che nasce nel 93 dalle dichiarazioni di Crociani Andrea, imprenditore fiorentino, gi� amico del detto Naldini.

Essa prende le mosse dalle dichiarazioni rese da tal Guidi Silvano, giornalista di Famiglia Cristiana, il quale escusso in data 30.11.93 dichiara di aver avuto delle confidenze da un ex imprenditore di Firenze, tale Andrea Crociani, il quale tra i tanti misteri d�Italia gli parl� anche di Ustica. Il Crociani disse di essere a conoscenza dell�esistenza di un documento testamento redatto da Mario Naldini, pilota dell�Aeronautica che era deceduto nell�incidente di Ramstein e che stando alle cronache dei giornali era insieme a Nutarelli in volo la sera del disastro di Ustica.

Il memoriale, sempre secondo il Crociani, avrebbe contenuto indicazioni specifiche sulla missione di quella sera. Di quel documento ve n�erano tre esemplari, di cui uno in possesso della vedova di Naldini, l�altro in mano ad un comune amico il dr. Claudio Siciliano e l�ultimo in mano al Crociani Andrea.

Successivamente il giornalista Guidi incontr� i genitori del colonnello Naldini, i quali non si mostrarono assolutamente a conoscenza di quanto detto dal Crociani. Ebbe pure un incontro con la vedova del Naldini, la quale rifer� anch�essa che nulla sapeva di un memoriale del marito, n� tantomeno sapeva della storia di Ustica.

In un successivo incontro del 25.02.94 il Guidi spontaneamente consegnava la cassetta di una parziale registrazione tra lui e il Crociani. Per effetto delle sopraddette dichiarazioni veniva escusso Crociani Andrea, il quale in data 20.12.93 dichiarava di aver conosciuto il pilota Naldini Mario intorno al 1980, in quanto gli era stato presentato dal dr. Siciliano Claudio, amico comune. Aveva frequentato la famiglia del Naldini fino al momento in cui questi era stato trasferito alle Frecce Tricolori intorno al 1985-86.

Aveva incontrato il Naldini a Firenze a piazza della Signoria tra il 1987 e il 1988; era in compagnia di una donna diversa dalla moglie; sembrava preoccupato. Alcuni mesi dopo il Naldini lo aveva chiamato per telefono e gli aveva chiesto un appuntamento a Firenze; la sera andarono a cena in un ristorante a Piazzale Michelangelo. Qui il Naldini gli confid�: �Io sono stato testimone della strage di Ustica�. Gli confid�, inoltre, che la sera del disastro gli era stato ordinato di intercettare due aerei che si trovavano in una determinata rotta senza autorizzazione e che seguivano nella scia l�aereo civile autorizzato, che poi altro non era che il DC9 dell�Itavia che cadde quella stessa sera ad Ustica. Segu� i due aerei, ma arrivati all�altezza probabilmente di Gaeta, gli venne ordinato di rientrare. Al momento del rientro non pot� usare l�apparato radio di bordo per le comunicazioni. Quella sera, concludeva queste sue dichiarazioni, furono abbattuti due velivoli, uno dei quali era quello civile. Aggiunse che era intenzionato a scrivere una memoria in cui avrebbe indicato tutto quello di cui era a conoscenza, descrivendo anche i dettagli tecnici sul volo di quella sera, allegando un manoscritto con le istruzioni per l�eventuale uso di tale memoria.

Quando nell�88 apprese della morte del Naldini non rifer� alle autorit� quanto gli era stato confidato in considerazione del fatto che Naldini gli aveva chiesto di rendere pubbliche le sue confessioni soltanto in caso di gravi difficolt� dei propri figli.

Ha conosciuto il giornalista Guidi di Famiglia Cristiana; con lui ha parlato pi� volte della vicenda di Ramstein, lasciandogli peraltro intendere che era in possesso di uno dei memoriali scritti dal Naldini sulla vicenda di Ustica, anche per incitarlo ad effettuare delle indagini sul caso. Escusso successivamente precisava di aver riferito al Guidi di aver visto il memoriale e che probabilmente doveva essere in possesso della moglie del Naldini, aggiungendo di non aver mai detto al Guidi di esserne in possesso di una copia. In seguito a tale dichiarazione gli � stato contestato che in una registrazione consegnata dal giornalista Guidi alla PG, relativa ad una conversazione tra loro due, emergeva l�affermazione di persona che, secondo le dichiarazioni del Guidi era esso Crociani, affermazione, in relazione al possesso del memoriale di Naldini, di tale fatta: �Io ho una copia, fotocopiata nel mio ufficio, una l�ha Siciliano e l'altra la moglie. Basta, non esistono altre�. Cos� rispondeva: �Ho detto ci� al fine di togliermi di dosso il Guidi che mi assillava di continuo con telefonate�, specificando �Confermo che la mia famiglia e quella di Naldini si sono frequentate in alcune occasioni. Ci siamo visti per circa 15 volte�, pur avendogli contestato che la Chiarini, moglie del Naldini, aveva riferito di non aver mai conosciuto n� lui, n� la sua famiglia (v. esame Crociani Andrea, PG 20.12.93).

Sulla vicenda, di notevole interesse per la ricostruzione dei fatti, sono stati esaminati diversi testi. Werner Reith, giornalista tedesco del quotidiano Tageszeitung, escusso in data 08.03.91, ha confermato il contenuto di un articolo a sua firma apparso su detto quotidiano in data 20 del gennaio precedente. Aveva appreso dalla stampa italiana del fatto che i due piloti deceduti a Ramstein nell�88, erano in volo la sera del 27.06.80 qualche minuto prima della caduta del DC9 Itavia. Nell�articolo sosteneva l�ipotesi del sabotaggio sulla base di pi� argomentazioni: che l�incidente non fosse riconducibile ad un errore del pilota, giacch� questi aveva un�esperienza di 4500 e pi� ore di volo; che dovesse escludersi il black-out da accelerazione, perch� il pilota aveva compiuto una serie di manovre razionali, fino all�incidente ed anche per evitare l�incidente; che le manovre di Nutarelli, il solista, fossero spiegabili con il difetto di funzionamento di strumenti, specie l�altimetro, o di altre apparecchiature come l�acceleratore o la cloche, o addirittura con disturbi dall�esterno come schock elettronici. Il teste aggiungeva che l�inchiesta sull�incidente di Ramstein era stata condotta secondo regole NATO, perch� quell�aeroporto apparteneva alla struttura NATO. L�inchiesta condotta dalla parte italiana a suo dire era sino a quel tempo coperta da segreto. Aveva saputo dal magistrato inquirente di Zweibruecken Norbert Dexheimer, competente per territorio sull�incidente, che un rapporto finale giudiziario non era mai pervenuto agli atti nonostante l�impegno in tal senso dell�Ambasciata italiana nel settembre 88.

Quindi gli esami delle mogli dei due piloti e delle due donne ad essi in quel periodo sentimentalmente legate, e cio� Chiarini Wilma e Risaliti Leri, Bettinelli Eleonora e Meli Laura.

Chiarini Wilma, vedova Naldini, dopo avere confermato le dichiarazioni rese nel gennaio del 92, - in cui affermava di non rammentare alcunch� sulla sera del 27.06.80; che il marito non le aveva mai parlato di un suo volo proprio quella sera; che costui escludeva l�ipotesi di un missile italiano, perch� altrimenti il fatto sarebbe venuto a conoscenza di troppe persone; che comunque egli sosteneva l�ipotesi della bomba interna - ha riferito di aver ricevuto la visita non preavvisata del giornalista Guidi Silvano di Famiglia Cristiana, il quale da alcuni giorni tempestava di telefonate i suoi suoceri, per via delle rivelazioni ricevute da Crociani Andrea, che gli avrebbe riferito dell�esistenza di un memoriale redatto dallo stesso Naldini sulla vicenda di Ustica. Ha dichiarato di non ricordare di aver mai conosciuto il Crociani n� tanto meno la sua famiglia, di non esser mai stata in possesso di alcun documento lasciatole dal marito relativo al volo effettuato la sera del disastro.

Per quanto concerneva in particolare eventuali commenti espressi dal Naldini sulla vicenda del DC9, la Chiarini ha ribadito che il marito era convinto dell�ipotesi della bomba a bordo del velivolo e ha ammesso che le aveva detto che la sera del disastro era rientrato alla base, da un volo circa 20 minuti prima dell�evento. Ha riferito di aver ricevuto la visita di un giornalista, di cui non ricordava il nome, che le aveva chiesto se fosse stata disponibile ad un incontro con il generale Cinti, che sarebbe stato in possesso di alcune foto scattate da un satellite il giorno della tragedia di Ramstein e dalle quali si vedevano quattro furgoni situati in posizione tale da influire con i loro congegni sui meccanismi degli aerei; ma non aveva accettato la proposta (v. esame Chiarini Wilma, PG 04.01.94).

Bettinelli Eleonora, amica del Naldini, dopo avere confermato la deposizione del febbraio 92, nella quale aveva affermato di non aver mai parlato con lui di Ustica n� di particolari missioni - ha dichiarato di non avere mai appreso dal Naldini che egli era stato in volo fino ad un quarto d�ora prima del disastro di Ustica. Ha ricordato di essere stata nel gennaio dell�85 a Firenze insieme al Naldini, ma che in quella circostanza costui non incontr� nessuno. Ha riferito che il Naldini a Firenze aveva un intimo amico, ma di non ricordarne il nome, escludendo comunque che si trattasse di Siciliano o di Crociani, nomi per lei completamente nuovi. Naldini nel corso di quella visita era stato particolarmente accorto a non farsi vedere da nessuno dei suoi parenti e amici (v. esame Bettinelli Eleonora, DCPP 05.01.94).

Risaliti Leri, vedova del Nutarelli, dopo aver confermato le dichiarazioni rese nel gennaio del 92, ha dichiarato di non ricordare di aver parlato o commentato con il marito la tragedia di Ustica, non rammentando, tra l�altro, se il marito quella sera fosse in volo e se la sera fosse ritornato a casa. Ha ricordato soltanto di un commento espresso dal Nutarelli al generale Mura, in cui esprimeva dubbi che l�aereo fosse caduto a causa di una bomba. Ha affermato anche di non avere mai conosciuto il Crociani, n� di essere a conoscenza di memoriali sulla vicenda di Ustica. Ha confermato la circostanza riferita dalla Chiarini relativa alla visita di un giornalista per incarico del generale Cinti, che chiedeva un incontro, ricordando anche il nome del giornalista, tal Fubini di Avvenimenti (v. esame Risaliti Leri, DCPP 04.01.94).

Meli Laura, amica del Nutarelli, dopo aver confermato la deposizione resa nel febbraio 92 ha riferito che nel 90 ha ricevuto, per circa sei mesi, alcune telefonate anonime. L�anonimo interlocutore, le chiedeva se era la moglie di Nutarelli e se era a conoscenza di circostanze sulla morte di Nutarelli e Naldini, l�aveva minacciata, in particolare di �stare attenta ai propri figli�. Ha confermato la cena svoltasi a Pratica di Mare nell�84 della quale aveva gi� fatto riferimento nella precedente deposizione. L�occasione era nata a seguito di un cocktail organizzato all�aeroporto di Pratica cui aveva partecipato la pattuglia acrobatica ed erano intervenute varie Autorit�. Con lei erano, Naldini, Nutarelli, certo Petrini, pilota di riserva della pattuglia delle Frecce Tricolori, e la ragazza di costui. Quella sera si parl� di Ustica ed il Naldini espresse la convinzione che la causa della caduta dell�aereo DC9 era da addebitarsi alla collocazione di una bomba a bordo dell�aereo, dando una matrice mafiosa alla strage; il Nutarelli invece tronc� il discorso dicendo �Smettila, lo sanno tutti, lo sai benissimo che lo hanno buttato gi�. Nessuno dei due aveva fatto riferimento a che fossero stati in volo a pochi minuti prima del disastro.

Le consta che Naldini e Nutarelli, pur essendo addestratori, compivano anche missioni operative con i velivolo F104, e ove ve ne fosse stato bisogno e comunque su disposizione del comandante della base aerea, essi avrebbero potuto essere comandati per missioni operative a bordo di velivoli intercettori F104.

Indicava poi in certo Precorvi Ferdinando, gi� pilota AM una persona, che per i forti vincoli di amicizia con Nutarelli, avrebbe potuto ricevere da costui confidenze. Come indicava in Caso Moreno, anch�esso pilota, al tempo di Grosseto, altra persona in grado di riferire sulle attivit� dei due in quel periodo (v. esame Meli Laura, DCPP 04.01.94).

Petrini Augusto, ufficiale pilota AM, ha riferito che i piloti Naldini e Nutarelli, nel 1980 prestavano servizio presso la base di Grosseto come piloti istruttori e non come piloti operativi. Gli stessi volavano a bordo di velivoli TF104, adibiti per l�addestramento dei piloti. A suo dire � incomprensibile quanto riportato dalla stampa, cio� che sarebbero stati incaricati di intercettare dei velivoli non autorizzati. Gli � stato mostrato il libretto �stralcio voli� su cui erano riportati i voli effettuati la sera del 27.06.80. Vi ha rilevato che il Nutarelli ed il Naldini quella sera si erano alzati in volo, alle ore 19.30 per svolgere una missione di addestramento denominata �Chase�. Tale missione consisteva nel seguire come target un velivolo con un allievo pilota �solista�, che nel caso era Giannelli. Ha riferito che durante la missione non � possibile abbandonare il pilota solista; qualora si fosse presentata la necessit�, altro velivolo con istruttori a bordo avrebbe dovuto prendere in consegna il �solista�. Ha conosciuto il Nutarelli ed il Naldini nel 1981 a Grosseto, dove si era recato per effettuare la conversione su un velivolo F104S. Non ricorda l�incontro conviviale di Pratica di Mare di cui parla la Meli. Ricorda altre cene, ma a suo dire mai si sarebbe parlato in queste occasioni di Ustica. Asserisce solo che �come pilota qualsiasi incidente a un velivolo � materia di conversazione�. N� Naldini n� Nutarelli gli avevano mai detto di essere stati in volo la sera della caduta del DC9 (v. esame Petrini Augusto, DCPP 03.01.94).

Precorvi Ferdinando, gi� pilota AM presso il 5� Stormo di Rimini, aveva conosciuto il pilota Nutarelli ed era stato a lui legato da profonda amicizia. Ma mai quegli gli aveva parlato di fatti specifici relativi ad Ustica n� tantomeno di essere stato in volo quella sera. Avevano s� commentato pi� volte l�evento a seconda delle notizie che apparivano sui mezzi di informazione, ma non ricorda se Nutarelli �parteggiasse pi� per l�una o per l�altra delle ipotesi�. Ma �conoscendo la preparazione e il senso di responsabilit� dei piloti militari ed il fatto che Nutarelli sul lavoro era molto serio e credeva in quello che faceva, questi se avesse saputo qualcosa o se avesse visto o partecipato la sera dell�evento ad una missione, sicuramente non lo avrebbe mai svelato a nessuno n� tantomeno a me� (v. esame Precorvi Ferdinando, PG 05.02.94).

Da queste vicende emerge che, per vie diverse, entrambi quei due piloti sostenevano che il DC9 era stato abbattuto. Naldini nelle sue confidenze a Crociani, Nutarelli al cospetto di pi� persone in un�occasione conviviale. Potrebbe affermarsi che proprio in questa occasione aveva mostrato di essere di parere diverso, ma con ogni probabilit� egli tirando fuori in presenza di Nutarelli, siciliano, la matrice mafiosa e la bomba, aveva inteso semplicemente provocarlo. Riprova ne � la risposta immediata del provocato, ferma, perentoria che chiude il discorso e certamente impegnativa perch� poteva apparire come una rivelazione, da parte di chi poteva sapere, di un segreto. Conferma, questa risposta, anche di quella messa in dubbio dell�ipotesi bomba, formulata sempre dal Nutarelli al generale Mura.

In data 29.12.93 veniva emesso un decreto di perquisizione presso l�abitazione di Crociani Andrea, in localit� Bucine (AR) al fine di rinvenire atti o documenti, provenienti dal defunto Naldini Ivo, o comunque contenenti notizie ed informazioni dallo stesso provenienti, od attinenti alla strage di Ustica. La perquisizione dava esito negativo; veniva soltanto sequestrato un cartoncino riportante l�intestazione �Senato della Repubblica� recante sul retro scritti a mano sette punti di diversa argomentazione, dei quali il sesto era sotto l�indicazione �Ustica�.

Cinti Mario � stato consulente di parte chiamato in causa dalla Chiarini. A lui � stata data lettura delle dichiarazioni rese da costei nella parte relativa all�incontro da lui stesso richiesto. In merito il generale ha riferito di aver s� chiesto al giornalista Fubini di prendere contatto con la vedova del pilota Naldini per un incontro, ma che il motivo della richiesta era di verificare l�esattezza delle informazioni riportate dalla stampa sul fatto che il Naldini fosse stato l�ultimo pilota a rientrare alla base, un quarto d�ora prima dell�evento di Ustica. Sulle foto scattate da un satellite, dalle quali si sarebbe rilevata la presenza di furgoni che potrebbero aver ospitato armi a radiofrequenza capaci di influire sulla strumentazione avionica degli aerei a Ramstein, ha negato di esserne in possesso (v. esame Cinti Mario, PG 12.01.94)

Purgatori Andrea, giornalista del Corriere della Sera, aveva riferito di aver parlato con Meli Laura, amica del pilota Nutarelli, sulla vicenda di Ustica, con particolare riferimento alle connessioni con il disastro di Ramstein. Sul contenuto del colloquio avuto con la Meli dichiarava per� di non poter rispondere, avvalendosi del segreto professionale, e cos� non fornendo il nominativo della persona che lo aveva messo in contatto con la donna (v. esame Purgatori Andrea, PG 12.01.94).

Guidi Silvano, giornalista di Famiglia Cristiana, ha riferito di aver conosciuto il Crociani nel gennaio del 93 in occasione di un servizio giornalistico relativo a propriet� immobiliari di esponenti di rilievo del Partito Socialista in Toscana. Dopo aver lavorato per qualche giorno con il Crociani e discusso anche sulla vicenda di Ustica, questi gli aveva detto di essere stato amico di vecchia data del Naldini e di aver copia del documento-testamento, a lui consegnato dal dr. Siciliano, amico di famiglia del Naldini. Egli aveva provato pi� volte di incontrarlo nuovamente, per tentare di leggere quel documento, cio� la memoria su Ustica redatta dal Naldini, ma il Crociani non si era pi� presentato agli appuntamenti. Al fine di accertare l�esistenza del documento il Guidi tent� anche di fissare un incontro con i genitori del Naldini, ma anche qui con esiti negativi. Successivamente aveva deciso di andare a casa della vedova a Firenze, con la quale ebbe un colloquio di circa mezz�ora. Ha confermato di aver riferito sia alla vedova di Naldini che ai genitori, di essere in possesso di una registrazione di conversazione tra lui e Crociani e che, se del caso, avrebbe potuto farla ascoltare. Tale registrazione � stata da lui spontaneamente consegnata durante l�esame testimoniale reso in data 25.02.94 (v. esami Guidi Silvano, PG 30.11.93 e 25.02.94).

Fubini Federico, giornalista di Avvenimenti, ha dichiarato di aver incontrato le due vedove dei piloti, la Chiarini e la Risaliti, al fine di apprendere commenti dei coniugi sulla tragedia di Ustica; affermando che la Risaliti gli aveva riferito che secondo il marito la tesi della bomba sostenuta dall�AM era errata ed avrebbe finito per danneggiare la stessa Aeronautica (v. esame Fubini Federico, PG 14.03.94)

Caso Moreno, gi� ufficiale pilota dell�AM, ha riferito di non aver mai espresso in presenza della Meli, giudizi negativi di incapacit� nei confronti del comandante della pattuglia acrobatica, Rainieri Diego. In relazione alla vicenda di Ramstein ha affermato che il solista, cio� Nutarelli, non si era accorto del suo anticipo e pertanto non sarebbe mai riuscito a passare sotto la formazione di Naldini (v. esame Caso Moreno, PG 22.03.94).

In conclusione ben si pu� dire che vi sono elementi per sostenere che entrambi quei piloti deceduti a Ramstein - che la sera di Ustica volarono �per ultimi� - interpretavano la caduta del DC9 come un abbattimento e non come cagionata dall�esplosione di un ordigno interno.

Del Nutarelli s�� detto. In pi� occasioni aveva espresso il suo avviso sul disastro, in forma diretta nell�incontro conviviale che s�� ricordato, indirettamente ad un suo superiore generale . Del Naldini - a parte l�occasione conviviale gi� detta, ove quella sua battuta deve essere intesa, come s�� spiegato, pi� come provocazione dell�amico - starebbero le confidenze al Crociani. Nel suo racconto - a parte le esagerazioni di costui, di certo usate per accreditare una interpretazione dei fatti che aveva dell�incredibile e da lui stesso spiegate � vi sono alcune circostanze non diffuse all�epoca od accertate addirittura in seguito, sia sul fatto di Ustica, sia sulle modalit� del suo incontro con Naldini. Sull�incontro Crociani sa che Naldini in quell�inverno si era recato a Firenze; vi ci si era recato con donna diversa dalla moglie; che costei, allorch� li vide, indossava una sorta di pelliccia. Cos� come ha sostanzialmente confermato la Bettinelli che ha ammesso di aver indossato in quella occasione un cappotto di montone.

Sui fatti di Ustica Crociani sa, dalle parole di Naldini che egli assume essergli state riferite quasi come confessione e a mo� di tutela contro azioni di rappresaglia, che esso Naldini � stato testimone della strage di Ustica; che ricevette l�ordine di intercettare due velivoli nella scia del DC9; di aver tentato a bordo del suo TF104 di inseguirli, ma di aver ricevuto all�altezza di Gaeta l�ordine di rientrare; di non aver potuto usare l�apparato radio di bordo per le comunicazioni. Alcuni particolari di queste dichiarazioni potevano s� trarsi dalle varie notizie che al tempo apparivano sulla stampa.

Ma sta di certo, a parte le diverse coincidenze con il testo della conversazione a 20.04 - come l�ordine d�intercettazione, l�intercettazione con un velivolo F104, l�arrivo sino a Gaeta con il tentativo effettuato o mancato di reperire in una rada una portaerei - che altri di certo non apparivano sui mezzi d�informazione. Cos� Crociani non poteva sapere che istruttori potevano essere impiegati in missioni operative; che ordini di tal genere possono essere loro dati anche durante gli addestramenti, purch� gli allievi vengano affidati ad altri; che quella sera era d�allarme Rimini e che l�intervento d�una coppia dall�aeroporto romagnolo sul cielo della Toscana a carico di velivoli che si allontanavano verso il Sud, non sarebbe mai stato cos� tempestivo come quello di un velivolo gi� in volo proprio sul cielo della Toscana. Ma di pi�: Crociani non poteva aver saputo, se non dai protagonisti o comunque da chi era addentro a quelle vicende, che i piloti di quella sera non poterono usare gli apparati radio di bordo. Si deve perci� ritenere che fondi di verit� vi siano in quelle sue dichiarazioni.

Ma a prescindere dalla questione del memoriale, su cui Crociani ha dato pi� che sufficienti spiegazioni, appaiono, come si diceva particolarmente inquietanti le confidenze di Naldini al predetto Crociani. Il primo confess� all�altro di essere stato �testimone della strage di Ustica�; cio� egli dichiara di essere a conoscenza di come s�� svolta la vicenda del DC9, egli che fa parte della coppia che vol� in prossimit� del velivolo civile e che rientra in emergenza generale alla base di Grosseto, emergenza negata per anni dall�AM, come s�� detto, e di cui non si trova alcuna traccia n� nella documentazione dello Stormo n� altrove, nelle diverse articolazioni dell�AM. Dichiara anche - Crociani tenta di ricostruire il discorso di Naldini di diversi anni prima e questi ne appaiono gli elementi essenziali - che gli fu ordinato di intercettare due aerei che erano nella scia del DC9, aerei che erano �senza autorizzazione� - cio� erano senza piano di volo e per questa ragione ovviamente erano dietro il DC9 -; che gli aerei levatisi inseguirono i due nella scia del DC9 sino all�altezza di Gaeta, ma ricevettero l�ordine di rientrare - qui probabilmente il ricordo non � chiaro, ma resta fermo che ci fu un inseguimento sino a un determinato punto - dopo di che fu dato l�ordine di ritornare alla base; che essi rientrarono senza poter usare l�apparato radio di bordo per le comunicazioni; che quella sera erano stati abbattuti due aerei.

In effetti queste dichiarazioni presentano aspetti di somiglianza e coincidenza sia con quello che emerge dalla conversazione delle 20.04 sia con quanto emerger� addirittura a distanza di anni sull�emergenza squoccata dagli F104 in atterraggio su Grosseto in quel torno di tempo, senza alcun uso di apparati radio e da una molteplicit� di dati radaristici.

Di rilievo la missione sino a Gaeta, che probabilmente deve essere stata compiuta da altri - uno o pi� - velivoli, diversi dai due F104 che appaiono di rientro prima degli eventi e, come risulta dai dati radaristici, in ritorno da un percorso, seppur prossimo al DC9, ma tutto toscano.

Questa missione e il rientro potrebbero coincidere con il contenuto delle frasi �Mario: Qui il discorso �... dove sta la portaerei... infatti dicono che la portaerei, dicono che la portaerei non ce l�hanno trovata... dicono che l� nella rada non ce l�hanno nemmeno trovata...�. La perdita di un velivolo diverso dal DC9 si potrebbe ravvisare nelle frasi �Mario: Non sapete niente voi, quando so� ritornato che, quando un (inc.) � scoppiato in volo. X1: e quello � un Phantom�.

Una vicenda che di certo conferma pi� circostanze di quelle gi� descritte, � quella relativa alle dichiarazioni rese da tal Martinelli Giulio, gommaio fiorentino, consuocero del Naldini. A detta di certo Can� Lorenzo, impiegato farmaceutico, che spontaneamente si present� ai Carabinieri a riferirne, egli aveva appreso da detto Martinelli - nella cui bottega s�era recato a cambiare le ruote della propria autovettura - a proposito di fotografie della pattuglia acrobatica esposte nel locale, che egli era cugino del Naldini e che li avevano �ammazzati�; che tutto non era avvenuto per puro caso bens� perch� era stato voluto; che i controlli c�erano ed era impossibile che un fatto del genere potesse avvenire; anche perch� al momento dell�impatto tra i due aerei - ovviamente il Martinelli stava continuando il discorso su Ramstein - era in atto una figura tra le pi� facili da eseguire. Il Martinelli aveva anche aggiunto che il �cugino� gli aveva riferito che sul luogo ove era esploso l�aereo dell�Itavia erano stati visti tre altri aerei in chiara situazione di battaglia aerea; che esso Naldini era sul posto o nelle immediate vicinanze, ma che, dopo aver constatato questa situazione, gli era stato ordinato di fare immediato rientro alla base. Martinelli aveva riferito che Naldini e Nutarelli erano stati uccisi. (v. esame Can� Lorenzo, PG 27.12.93).

Sentito, Martinelli ridimensiona la versione di Can�, affermando di aver detto s� che Naldini - suo consuocero - e Nutarelli erano stati uccisi, ma ci� aveva detto per aver constatato che molte persone legate al fatto di Ustica erano morte in situazioni strane e perch� Naldini, essendo stato in servizio quel giorno, �era venuto a conoscenza o aveva potuto vedere qualcosa sul volo dell�aereo civile�. Supponeva che avesse potuto sapere sia dal radar di bordo che da quello di terra che lo guidava. (v. esame Martinelli Giulio, GI 04.01.94).

In effetti Can� anch�egli ridimensiona le precedenti dichiarazioni, che potrebbero essere state influenzate da una qualche trasmissione televisiva, in particolare quella su Crociani e il cd. memoriale Naldini, e che da questo era derivata l�affermazione sui tre aerei in situazione di battaglia sul luogo di esplosione del velivolo civile. Di certo per� Nutarelli gli aveva detto che il �cugino� e Nutarelli erano stati fatti alzare come intercettori e che in seguito erano stati richiamati. (v. esame Can� Lorenzo, GI 04.01.94)

I due vengono messi a confronto, ma dall�atto non emergono posizioni di contrasto, giacch� si trovano concordi sull�intera evoluzione della vicenda. (v. confronto Can�-Martinelli, GI 04.01.94) "

Occorre dire che nella REQUISITORIE DEL PUBBLICO MINISTERO , anteriore quindi alla SENTENZA ORDINANZA, l'argomento memoriale Naldini non viene minimamente riportato, evidentemente perch� i PM correttamente, hanno valutato dalle risultanze istruttorie dimostrata la sua infondatezza.

Al successivo processo in Corte di Assise, molti di questi aspetti sono stati a priori, valutati cos� poco fondati o irrilevanti da non ritenere neanche necessario approfondirli chiamando a deporre i relativi testimoni in dibattimento. Gli stessi PM non hanno ritenuto necessario sentire il Crociani o qualcuna delle persone che avrebbero in qualche modo potuto confermare le sue rivelazioni. Sono invece state ascoltati i due piloti Caso 15-05-2002 e Petrini 15-05-2002, che non hanno confermato nessuno degli aspetti del famoso memoriale e la signora Meli 16-05-2001 che delle tesi dell'accusa non ha fornito nessun tipo di riscontro.

In conclusione, tutto quello raccontato dal Crociani o non ha trovato riscontri o � stato smentito dai fatti, il famoso memoriale che aveva affermato di possedere, nessuno lo ha mai visto. Per quanto riguarda il volo di Naldini e Nutarelli, quella sera, le testimonianze Caso e Petrini hanno accertato che esso si � svolto come pianificato e che nulla pu� far ritenere che esso abbia in qualche maniera interessato il volo del DC9. Falsa � la circostanza che la settimana dopo Ramstein, Naldini e Nutarelli fossero convocati dal dottor Priore. Sulla possibilit� che l'incidente di Ramstein, possa essere stato qualcosa di diverso da un tragico evento, eventualit� categoricamente esclusa dallo stesso Priore, inutile spendere parole.

Nel complesso tutto l'episodio viene riportato, nonostante che di esso non sia stato trovato nessun tipo di riscontro, come inquietante prova o indizio della battaglia e del quadro accusatorio Priore.

Il fatto che a fronte di una imponente attivit� investigativa non sia stato possibile trovare niente di attendibile � sintomo della determinazione degli inquirenti nel seguire anche le pi� improbabili piste e nel continuare a seguirle con accanimento anche quando le prime risultanze dovevano consigliare di abbandonarle.

Infatti gli inquirenti, quando alle prime indagini, sentito il Crociani riscontrano:

  • che diversamente da quanto affermato al giornalista Guidi, il memoriale lui non lo aveva;
  • che neanche il fantomatico Siciliano o la vedova Naldini, neppure;
  • che la conoscenza e la frequentazione del Crociani con la famiglia Naldini viene recisamente smentita dalla vedova Naldini;
  • che dei fatti asseriti dal Crociani, la vedova, non ha mai sentito niente anzi riferisce che il marito era convinto che la causa della caduta del DC9 fosse stata una bomba.Di conseguenza nega anche recisamente di possedere o aver mai sentito parlare del famoso memoriale;
  • che l'asserito "comune amico", dottor Claudio Siciliano, che secondo il Crociani doveva anche lui possedere copia del memoriale � risultato essere persona inesistente o comunque che non � stato possibile rintracciare;
  • che tutto il volo e il coinvolgimento del Naldini/Nutarelli, caccia estranei, inseguimento del DC9 fino a Gaeta ecc. � smentito e in contrasto dalle altre risultanze;

erano venuti in possesso di bastevoli elementi per ritenere provato che tutto l'episodio non fosse altro che una montatura mediatica.

Da una parte il Crociani, dall'altra gli innumerevoli testimoni che lo hanno smentito, e allora qui i casi possono essere solo due: o mente il Crociani o mentono tutti gli altri. Non risulta che la Procura di Roma, con la stessa facilit� con cui ha perseguito il personale militare per reticenza o per falsa testimonianza abbia per questo episodio denunciato nessuno.


Vicenza: muore ex pilota della PAN in un incidente aereo 21.11.2008

Viveva ancora con la sua famiglia a Gradiscutta di Varmo, Stefano Rosa 47 anni, ex pilota comandante delle Frecce Tricolori. Era impegnato in una serie di acrobazie, allenamento per una prossima manifestazione aerea quando il suo velivolo un Siae Marchetti Sf260 (aereo da addestramento risalente agli anni 60) è precipitato e si è schiantato contro il piano superiore di una villetta a schiera a Rozzampia nel Vicentino.

L’incidente è avvenuto a circa 300 metri dalla pista di atterraggio dell’aeroporto di Thiene. L’aereo si è praticamento infilato in una delle camere della casa, per fortuna in quel momento vuota, prendendo fuoco. Il comandante Stefano Rosa è morto carbonizzato.
Al momento dell’incidente il proprietario della casa, un agente di polizia, si trovava al piano terra assieme alla moglie.

I vigili del fuoco sono intervenuti tempestivamente dal vicino aeroporto è hanno spento l’incendio prima che le fiamme si propagassero all’intera abitazione che comunque è molto danneggiata. I resti dell’aereo e la casa sono stati posti sotto sequestro. La vittima Stefano Rosa era originario di Senigallia ma viveva con la sua famiglia a Gradiscutta di Varmo dove era rimasto anche dopo aver terminato il servizio in aereonautica con le Frecce Tricolori.

La passione per il volo gli era rimasta ed oggi era solista della pattuglia acrobatica civile Breitling Devils. Non si conoscono le ragioni dell’incidente, vista l’estperienza del pilota è probabile un improvviso guasto, questo unito alla relativa altezza dal suolo non hanno dato scampo al pilota. L’ENAC e la procura di Vicenza hanno aperto una inchiesta.

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